Elementi sonori per una nuova immagine dell’ascolto

Sintesi, argomenti di musica e scrittura.

Un suono si propaga come una frase che emoziona o lascia indifferenti. Dipende da una serie di combinazioni e dobbiamo fare sintesi: un suono proietta sempre la sua immagine.


Uno di questi giorni riprenderò la storia di un frammento che ho sentito a malapena in mezzo al traffico, debole ma vivo e distinto in mezzo alle ferraglie che stordivano i davanzali aggrappati ai muri della città. Un suono che sembrava una parola in scatola mentre da una finestra uscivano le note di una tromba dal timbro economico ma visceralmente urbano, aria e catrame.

Forse l’idea di una nuova immagine dell’ascolto darebbe luogo a percorsi e architetture troppo utopiche anche per una città del domani. Comunque, l’utopia è da sempre il primo mattone.


 
Rivoluzionario è un faro che illumina la scena mentre cade il trombino al flauto traverso, il suono è argento, il colore è quello della luna.


Quali parole, quale musica?
Quando si va in cerca di qualcosa che ci manca, fosse anche una smorfia sonora, una frase che si sta formando nella nostra memoria, niente è più inutile di un suono che non sorprende ma mostra i limiti che lo rendono simile a ciò che abbiamo già musicato e detto in mille lingue diverse.

Suonare il fracasso della vita.
La strada, la pressa che si abbatte e trancia col suo gemito ferroso, la città che si sveglia e riaccende le sue macchine da caffè. Musica e umanità, saremo esperienze del nostro tempo, forse utili, modesti inventori di qualcosa o esagerati artefici di un bel niente.

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