Musica e Politica Dei Suoni

Il concetto di armonia.

Gran parte della pratica musicale deriva da questo concetto, cioè quello di armonizzare suoni diversi regolandone la frequenza, e al tempo stesso il colore, cioè la scelta di uno strumento. Questo vale anche per la voce, si capisce, si armonizza l’emissione dell’aria variando la strozzatura della gola come si cambia la lunghezza del canneggio di un flauto ostruendo o liberando uno o più fori. Se i concetti servono a dimostrare l’efficacia delle idee solo immaginandone la forma, sarebbe giusto pensare al suono rossastro, calante, del tramonto. Difficile? Forse per il tramonto, ma per il suono caldo di un piatto di minestra in pieno inverno basta chiedere a chi frequenta le mense dei poveri e di notte dorme dentro una scatola di cartone. Ecco il suono che racconta il rumore delle cose: il fracasso della vita.

Musica concreta, così fu chiamata la registrazione di quel treno che Pierre Scaeffer incise sul nastro di uno dei primi registratori a bobine. Era i 1948. Non fu solo rumore di rotaie, era il primo passo verso l’insieme di momenti e lontananze che sopraggiungono., o più semplicemente, materiali che per attrito emettono le loro densità primordiali. Ferro, legno, acqua, argilla. Il ritmo potrebbe essere quello di chi lavora e suda, il suono potrebbe essere immagine. Proiezione acustica, o se vogliamo nasconderci dietro il tendaggio di Pitagora, “Musica Acusmatica”. Musica da teatro? Partiture per pochi scenografi comunisti? No, il Comunismo colto e raffinato di Malevich e Majakovskij era già un reperto 400 anni prima di Cristo, e ormai è solo un paragone tra ciò che siamo e ciò che potevamo essere duemila anni fa, ma scegliemmo Barabba. E ancora si attinge a quell’idea per iniettare sostanza alle nostre fantasie, si sogna da marinai ma siamo degli onesti mozzi di città.

Il rumore della fame è quando la pancia parla un linguaggio incomprensibile? Troppo facile. Certe volte il rumore della fame ti arriva dallo scatto di un fotografo, uno di quelli bravi, uno che sa cogliere quel rumore negli occhi di chi si mette in posa per un pezzo di pane.

Diversamente da ogni linguaggio verticale,il formato di musica concreta vuole essere pari al genere elementare, basta seguire il verso delle emozioni. Musica come indirizzo ideale? Sarebbe tra le forme espressive più comuni. Appunto, semplificare è una delle prerogative di chi vuole essere avanguardia, innovatore. Del resto, Più che mai, nella Musica Concreta, è sempre una questione di posizionamento ideale di fronte all’elemento astratto, e sempre, è una questione di esperienze più che di cultura convenzionale. Il compositore sarà più esatto quanto più sarà comprensibile il suo posizionamento di fronte allo scorrere delle materie che faranno parte del tema. Ecco perché scegliere il timbro rugginoso di uno strumento ad ancia invece del suono dolciastro di un flauto diventa una questione politica. Posizionarsi nella strategia dei suoni riflette sempre un pensiero, una dottrina. Per i più allenati, si può dire che cercare il Comunismo nell’opera compositiva di Luigi Nono può essere facile come cercare la voce dell’Idrogeno dentro un secchio d’acqua: basta avere orecchio e sentirsi acciaio,fiamma e sudore dentro la “Fabbrica illuminata”. Il mio concetto di armonia vorrebbe esprimere l’azione politica di un pensiero che riproduce il nostro agire da compositori di attività quotidiane. Il risultato dipenderà da due fattori, il materiale umano di chi produce il suono, il materiale umano di chi ascolta il suono.

Audio in Garage: Sauro Sardi Fantasmi a Murano (2015)

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